Bresciani Daniele - 2013 - Ti volevo dire by Bresciani Daniele

Bresciani Daniele - 2013 - Ti volevo dire by Bresciani Daniele

autore:Bresciani Daniele
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788858672211
editore: Bur
pubblicato: 2014-07-07T22:00:00+00:00


32

Viola

Verso la Svizzera, 8 gennaio 2011

«Mi gira la testa, mi viene da vomitare.»

Per forza: sei stato un’ora con gli occhi incollati al tuo DS e sono iniziati i tornanti.

«Ci possiamo fermare un momento?»

Mauro, l’autista di fiducia di Gian, accosta, esce e viene ad aprire la portiera a Credino. Lo vedo passeggiare avanti e indietro, fare lunghi respiri: il suo fiato sembra il fumo di una sigaretta nell’aria ghiacciata di queste montagne. Manca poco all’écureuil jaune. Adesso Credino sta annuendo mentre Mauro, con una mano sulla sua fronte, gli chiede se se la sente di risalire in macchina. Lo vedo scuotere la testa: avrà promesso di non giocare più. Risalgono.

«Ragazzi, cercate di resistere. Mancano venti minuti, non di più.»

Quando arriviamo, l’autista ferma il fuoristrada davanti all’ingresso del collegio e scarica le nostre valigie. Ad attenderci, dietro il portone, la Bergson.

«Buongiorno, Viola, bentornata. E tu devi essere Tancredi. Come va la schiena?»

«La schiena? Bene, perché?»

«Braccia e gambe?»

«Bene, grazie… Ma perché me lo chiede?»

«Be’, vedo che c’è una persona che porta i tuoi bagagli mentre tu porti soltanto quel videogioco che, tra l’altro, mi consegni subito: come sai agli allievi non è concesso avere in camera apparecchi elettronici.»

«Sì, però lei può tenere il computer…»

«Viola lo userà per cercare di risolvere il suo disagio con la parola. Ho già discusso con tuo padre e tua madre e…»

«Non è mia madre.»

«D’accordo, con tuo padre e la signora Arianna, ci siamo intesi sul fatto che il portatile verrà controllato e qualsiasi gioco o sito internet verrà bloccato.»

«Sì, però, io…»

«Sei arrivato da un minuto, non hai ancora tolto la giacca e già protesti? Viola, accompagna tuo fratello – posso chiamarlo così? – verso il mio ufficio, mentre io mi faccio consegnare dal signore che vi ha accompagnato le carte che l’avvocato Medusian doveva firmare. Ah, Tancredi: non dimenticare le tue valigie.»

L’ufficio della Bergson ha un’enorme finestra che si affaccia sul parco, ricoperto dalla neve. Credino ha gli occhi lucidi. Dov’è finita la sua spavalderia? Mi guarda, mentre gli sfioro una guancia con il dorso della mano in un tentativo di carezza, noi che non ce ne siamo mai dati una.

«Sì, però, che stronza quella lì…»

Non è così male come sembra. Ma avrai tempo per rendertene conto da solo. Adesso è quasi meglio che tu la tema un po’.

La porta si apre e la Bergson si siede dietro la scrivania. Siamo in piedi davanti a lei.

«Allora Viola, come sono andate le vacanze?

Prendo il mio blocco: Bene.

«Mi fa piacere. E sulla parola ci sono miglioramenti?»

No.

«Ma noi abbiamo grande fiducia, vero? Dalla prossima settimana, come previsto, avrai una logopedista, ti farà fare degli esercizi specifici per provare a tirare fuori quella voce che da qualche parte deve pur essere.»

Scrivo: Grazie.

«Invece tu, Tancredi, conosci le regole del collegio? Tuo padre ha studiato qui, qualcosa deve averti spiegato.»

«Qualcosa, sì.»

«In questo libretto trovi tutto. Leggilo bene, soprattutto la parte che riguarda gli orari di lezione, di studio, di gioco e l’altra che stabilisce che cosa è concesso portare in stanza e che cosa no.



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